“L'individuo equilibrato è un pazzo.” - Charles Bukowski
A volte i problemi ce li creiamo da soli, e siamo bravissimi a farlo. Questa storia è presa da “Istruzioni per rendersi infelici” di Watzlawick.
Un uomo vuole appendere un quadro. Ha il chiodo, ma non il martello, mentre, ne è sicuro, il vicino ne ha uno. Così decide di andare da lui e di farselo prestare. A questo punto, però, gli sorge un dubbio: e se il mio vicino non me lo vuole prestare? Già ieri mi ha salutato appena. Forse aveva fretta, ma forse la fretta era soltanto un pretesto ed egli ce l'ha con me. E perché? Io non gli ho fatto nulla, è lui che si è messo in testa qualcosa. Se qualcuno mi chiedesse un utensile, io glielo darei subito. E perché lui no? Come si può rifiutare al prossimo un così semplice piacere? Gente così rovina l'esistenza agli altri. E per giunta si immagina che io abbia bisogno di lui, solo perché possiede un martello. Adesso basta! E così si precipita di là, suona, il vicino apre, e prima ancora che questo abbia il tempo di dire "Buon giorno", gli grida: "Si tenga pure il suo martello, villano! "
Della serie, lui se la canta e lui se la suona. Può sembrare un’assurdità, ma è molto più comune di quanto pensiamo dilettarsi con elucubrazioni senza fondamento che, alla fine, causano problemi concreti di difficile soluzione.
D’altronde i punti di vista sono molteplici, e spesso incomprensibili per chi mantiene una certa rigidità di veduta. Spesso diamo le cose per scontato, nel senso che pensiamo ci soltanto un modo di vedere le cose, il nostro.
C'è una storiella che racconta di un uomo d'affari che entra in un bar, si siede e vede che il suo vicino di tavolo ha una banana nell'orecchio. E l'uomo pensa: «Chissà, forse dovrei farglielo notare. Anzi, no: non sono affari miei». Ma quel pensiero continua a tormentarlo. E così, dopo aver bevuto un paio di bicchieri, dice al suo vicino: «Mi scusi... ehm...guardi che una banana nell'orecchio». E il vicino: «Come?». L'uomo d'affari ripete: «Ha una banana nell'orecchio». Di nuovo il vicino dice: «Come ha detto, scusi?». «Ha una banana nell'orecchio!» grida l'uomo d'affari. «Parli più forte» risponde il vicino. «Ho una banana nell'orecchio!».
Punti di vista, opposti, agli antipodi, fortemente soggettivi, non s’incontreranno mai.
La storia che segue, l’ho tratta da uno dei tanti bellissimi libri scritti da Alejandro Jodorowsky, “Il Dito e la luna”, adattandola un “pochino” alla psicologia. Non me ne voglia il grande maestro.
Un uomo, viveva con suo fratello, cieco d'un occhio e idiota. Un giorno, proprio quando un famoso psicologo era venuto da lontano per parlargli, egli era stato costretto ad assentarsi per un breve periodo nell’arco della giornata. Disse allora a suo fratello: «Ricevi e tratta bene questo psicologo! Soprattutto non aprire bocca e tutto andrà bene!» L’uomo salutò il fratello e uscì di casa.
Al suo ritorno, preoccupato, andò di corsa dal suo ospite: «Ti ha ricevuto bene mio fratello?» gli chiese. Pieno di entusiasmo, lo psicologo esclamò: «Tuo fratello è una persona notevole. È un grande psicologo.» L’uomo, sorpreso, farfugliò: «Come?... Mio fratello, uno... psicologo?»
«Abbiamo avuto una conversazione appassionante,» continuò lo psicologo «esprimendoci solo a gesti. Io gli ho mostrato un dito, lui ha replicato mostrandomene due. Allora gli ho risposto, logicamente, mostrandogli tre dita, e lui mi ha lasciato sbigottito mostrandomi un pugno chiuso che metteva fine al dibattito. Con un dito, io gli ho indicato che la forza dell’uomo è la sua mente. Con due dita, lui ha allargato il mio punto di vista ricordandomi che la mente è inseparabile dal corpo. Soddisfatto della replica, con tre dita, gli ho dato a intendere: dopo la mente e il corpo, l’anima è il terzo e fondamentale mistero dell’essere umano. E allora lui mi ha dato una risposta sublime mostrandomi il pugno: la mente, il corpo e l’anima formano un tutto. Questo vuol dire davvero essere delle menti superiori.»
Poco dopo, l’uomo, confuso dall’accaduto ma piuttosto incuriosito dalla storia, andò da suo fratello e senza mezzi termini gli disse: «Raccontami com'è andata con lo psicologo!» «È semplice» disse il fratello. «Io non ne ho colpa, è lui che mi ha provocato mostrandomi un dito per farmi notare che io avevo un occhio solo. Ricordandomi ciò che mi avevi detto, non ho voluto cedere alla sua provocazione, e così gli ho risposto che lui era veramente fortunato ad averne due. Lui, invece, ha insistito, prendendomi in giro: "Comunque, sommando quelli di entrambi, fanno tre occhi". È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non c’è l’ho fatta più. Mostrandogli il pugno chiuso l'ho minacciato di stenderlo all'istante se non la smetteva con le sue malevole insinuazioni.»
PUNTI DI VISTA! Appunto.
Questa storiella è esemplificativa del tipo di comunicazione che di solito noi tutti abbiamo. Crediamo di stare parlando della medesima cosa e invece ognuno parla solo e sempre di se stesso. Discutiamo animatamente, ci arrabbiamo, ci offendiamo, mettiamo il muso, poiché non capiamo come mai l’altro non capisca quello che a noi è così lampante e che stiamo esplicitando così chiaramente. “Ma non capisci? Eppure, per me è comprensibilissimo!” Appunto… per te!
REWIND!
La spiegazione sopracitata è per l'appunto la versione psicologizzata della storia appena raccontata. Uscendo fuori dal mio ruolo semiserio di psicologo e tornando ad essere un semplice osservatore della realtà circostante, spiegherei la storiella semplicemente dicendo che, come al solito, lo psicologo, con il suo fare da super esperto, ha mal interpretato la realtà dell’idiota, in questo caso sopravalutandola. Di solito la realtà più semplicemente viene spiegata più vera è.
Difatti, spesso, noi psicologi, tendiamo a psicologizzare tutto, facendo una grande proiezione di noi stessi sul mondo. Dei narcisisti sotto copertura, insomma, che vogliono curare altri narcisisti sopracoperta. Estremizzando il concetto lo psicologo narcisista direbbe, citando il grande Gaber nel suo monologo ‘Mi fa male il mondo’: “Mi fanno male quelli che si credono di essere il centro del mondo, e non sanno che il centro del mondo sono io.”
“Ci sono più pazzi che persone a questo mondo.” - Heinrich Heine
Dott. Rocco Luigi Gliro
Psicologo Psicoterapeuta Matera
Psicologo Psicoterapeuta a Matera
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