“Il futuro, inutile dirlo, è un posto pericoloso da frequentare, fittamente minato e con la tendenza ad azzannarti i polpacci a tradimento mentre ti ci inoltri.” - J.G. Ballard
“Andai nel mondo perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.” - Da “Walden” di Henry D. Thoreau
L’espressione “sono fuori di me” è esemplificativa di uno stato di malessere derivante da qualcosa di estremamente forte che mi trascina all’esterno di me stesso, facendomi perdere di vista la realtà. Quando mi trovo in questo stato succede spesso di sentirmi in tensione e in ansia, che, se prolungato nel tempo, diventa cronico. Mi lascio catturare dall’urgenza delle cose da fare, dai pensieri dubbiosi e dalle paure, perdendo la lucidità nel distinguere quello che è veramente importante da quello che invece non lo è, ciò che devo veramente temere rispetto a ciò che è innocuo. Ed è naturale che, in questo stato d’ansia e d’angoscia, tutto precipiti e si aggravi. La pratica quotidiana del Presente, invece, può aprirci agevolmente la strada preferenziale verso una più profonda consapevolezza di noi stessi, aiutandoci a risvegliare quelle risorse interne che ognuno di noi possiede, ma che dormono di un sonno profondo grazie a sonniferi quotidiani chiamati paura, dubbio, incertezza, indecisione. Se opportunamente stimolate, le risorse che ci permettono nella vita di crescere, di imparare, di guarire dallo stress e di trasformarci, si riattiveranno completamente, e scopriremo di essere in grado di fare cose che non sapevamo di poter fare minimamente, garantendo e rafforzando la salute, il benessere e in generale il nostro equilibrio psichico. In quest’era della comunicazione, se ci riflettiamo con attenzione, è ironicamente difficile entrare in contatto con noi stessi.
Purtroppo, non ci siamo più abituati! Al contrario, è abitudine corrente essere travolti da un mare di informazioni esterne, inutili e confondenti, difficilmente apprese, che ci allontano da noi stessi. Il tempo non ci basta più, proprio perché la mole di informazioni a cui siamo sottoposti è davvero enorme, ci sembra di non averne mai abbastanza a disposizione, riempiamo le ore con tanto da fare da non avere più tempo né per essere né per respirare. Stiamo entrando, anzi, se devo dirla tutta la verità, siamo già entrati nell’era della mediocrità e del superfluo, proprio perché siamo stati condizionati a consumare di tutto molto in fretta, più veloce della luce direbbe Superman. Mangiamo in fretta, e male, ingozzandoci di cibi spazzatura.
Leggiamo in fretta, e superficialmente, dando velocemente giudizi sommari. Consumiamo oggetti di varia natura, macchine, telefonini e affini, perché il progresso non si può fermare e perché il mercato lo richiede, lo richiede il PIL, lo richiede l’Europa, lo richiede il mondo, perfino l’Universo lo richiede. Facciamo tutto in fretta, senza renderci conto di nulla, non godendoci pienamente nulla, specialmente ciò che abbiamo di più importante e significativo per vivere bene: IL PRESENTE.
Parafrasando Napoleone che soleva dire “siccome ho molta fretta, vado molto piano”, posso dire che “siccome va tutto veloce, allora scelgo di rallentare, anzi decido addirittura di fermarmi”.
Fermiamoci facendo un piccolo esercizio di un paio di minuti.
Chiudete gli occhi ed entrate in contatto con il vostro corpo. Le vostre mani, i vostri piedi, le vostre spalle, i vestiti che sono in contatto con il vostro corpo.
Sentite il peso del corpo appoggiato sulla sedia. I piedi che toccano il pavimento.
Il vostro respiro, l’aria che entra ed esce. La testa, il collo, le spalle, il torace, l’addome, il bacino, i glutei, le gambe, i piedi. E di nuovo, i piedi, le gambe, i glutei, il bacino, l’addome, il torace, le spalle, il collo, la testa. Il respiro, l’aria che entra ed esce. Adesso aprite gli occhi.
Cosa avete notato durante l’esercizio? Cosa notate adesso? Rilassamento? Tensione? Non fa differenza, entrate in contatto, concentratevi sul rilassamento o sulla tensione. Non abbiate fretta, non aspettatevi nulla, non fate alcunché se non concentrarvi sulle sensazioni. Se farete esattamente così, spontaneamente entrerete in uno stato di rilassamento, di quiete e di serenità. Questo per cominciare!
Fermarsi significa vivere il momento presente, l’unico che esiste. Significa osservare ciò che succede all’esterno come all’interno di noi stessi, senza giudizio alcuno. Significa assaporare lentamente ciò che mangiamo, poco per volta, con tutti i sensi. Significa apprezzare quello che abbiamo e godercelo al massimo. Significa dimenticarsi che esiste un passato e un futuro, perché sono un’illusione, perché non sono veri. L’unico tempo che posso toccare con mano è il presente. L’unico luogo che veramente posso abitare è il momento presente.
Il futuro è un illusione, un inganno della mente, è come un castello costruito in aria, meraviglioso da ammirare ma impossibile da abitare. Il passato è come un castello di sabbia, troppo fragile e deteriorabile per poterci vivere stabilmente.
Solo vivendo il presente, pienamente e con consapevolezza, potrò creare un passato degno da ricordare, fonte infinita d’esperienza; un futuro verso cui orientarsi con grandi obiettivi da raggiungere.
In questo modo ci sentiremo sempre a casa nella nostra pelle, mentre sperimentiamo la vita in tutte le sue forme, riempiendoci di essa.
Vivere il Presente è a tutti gli effetti uno stile di vita, non una vera e propria terapia, ma un modo di vivere consapevolmente le proprie percezioni/sensazioni fisiche basilari. C’insegna come esercitare quotidianamente la consapevolezza senza giudicare le proprie sensazioni fisiche, rivolgendo loro la nostra attenzione in maniera deliberata, momento per momento, invece di ignorarle. In questo modo riusciamo a risvegliare quelle capacità innate di osservazione e esplorazione interna che ignoriamo di possedere, diventando soggetti attivi del nostro benessere, imparando come raggiungerlo e come mantenerlo.
Vivere il Presente ci aiuta ad attivare risorse interne fondamentali, nel caso volessimo migliorare il benessere personale, imparando da soli a creare il nostro mondo, RiCreandoci da noi stessi.
Sulle prime, però, praticare il Presente, “senza aspettativa alcuna”, rivolgendo semplicemente l’attenzione a se stessi, risulterà difficile e inutile, quasi senza senso, abituati come siamo a “fare” sempre con notevole sforzo ed energia. Gradualmente, se il Presente verrà praticato e sperimentato con costanza, tutto diventerà automaticamente facile. Scivolando dolcemente sulle nostre sensazioni, proprio come un esperto surfista sa fare con le grandi onde dell’oceano, le risposte spunteranno spontaneamente e naturalmente, senza bisogno di aspettarle.
“Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo della vita, vivere da gagliardo, spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita.” - Da “Walden” di Henry D. Thoreau
“Non bisogna sciupare quello che si ha con il desiderio delle cose che mancano, ma riflettere sul fatto che anche ciò che si ha era prima oggetto di desiderio. ” - Epicuro, Filosofo
Per approfondire la riflessione su questo ed altri argomenti ti invito alla lettura di "Non darci oggi il nostro panico quotidiano: la strategia del SENSING (una non-terapia auto-terapeutica)"
Dott. Rocco Luigi Gliro
Psicologo Psicoterapeuta Matera
Psicologo Psicoterapeuta a Matera
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