Ali di struzzo

Tutto inizia col primo sguardo in alto. Ti rendi conto di ciò che non hai, di ciò che non puoi fare, di ciò che non sei.

Allora volgi lo sguardo in basso e vedi la terra che ti tiene inchiodato e non puoi fare niente, proprio niente.
Guardando in alto pensi: “è lì il mio posto”.
Continui a guardare e sembra che il tuo collo voglia allungarsi fino ad arrivare su. E tutto il tuo corpo è teso verso l’alto, sembri toccare le stelle ma è solo un illusione, sono i tuoi occhi che abbracciano le stelle e non le tue mani. Quegli occhi che continuano a sognare quel cielo da cui guardare la terra che invece tocchi con le tue mani. Ma non ti basta e somigli ad un essere strambo della terra che non fa parte né dell’uno dell’altro elemento, né della terra né dell’aria, ma qualcosa a metà, quasi sospeso tra le due cose.

E fu per questo che fui chiamato “Ali di struzzo”, senza offesa, senza lode, ma solo una giusta descrizione di ciò che ero nell’anima, dall’inizio.

Alla fine ti rendi conto che hai solo delle ali di struzzo.
Sei come uno struzzo, sei alto, sei grosso, sei veloce, ma non puoi volare.
Hai due alette piccole piccole, ma non voleresti nemmeno se ce le avessi più grandi perché non hai la carena che ti permetterebbe di farlo.
Sei nato così, sei come lo struzzo, un uccello che sogna di volare, continua a desiderarlo ma sa che è un inetto al volo.
Hai mirato in alto, lo hai sempre fatto, hai cercato di volare, ma non ci sei mai riuscito, ti è venuto il collo lungo come lo struzzo a furia di mirare in alto. Gli uccelli veri non guardano in alto, ma in basso, ci hai mai pensato, non hanno motivo di farlo, perché loro sono in alto e per forza di cosa sono abituati a guardare in basso. Tu sei attaccato alla terra, per quanti provi a saltare, torni sempre giù, sei materiale, sei attaccato alle cose, non potresti mai volare veramente. Non ne hai le qualità.
Lascia stare.
Hai solo delle ali di struzzo!

Dott. Rocco Luigi Gliro
Psicologo Psicoterapeuta Matera